Per qualunque operatore che lavora a sostegno delle famiglie vedere è importante quanto sentire, se non di più. Solo il confronto fra ciò che vede e ciò che ascolta gli permette, infatti, una lettura più complessa della comunicazione familiare. Fin dalla formazione, i professionisti della relazione di aiuto vengono allenati a leggere il linguaggio non verbale insieme a quello verbale e vengono stimolati ad osservare le differenze e le incongruenze. Sulla base di queste è poi possibile costruire ipotesi relazionali di lavoro da verificare in colloquio. Il lavoro con le immagini tende a privilegiare il lavoro di costruzione e ricostruzione dell'esperienza attraverso la riattualizzazione e drammatizzazione dell'incontro tra mondi interni nell'area della relazione. L'immagine tende a proporre un primo livello di rappresentabilità, stabilendo tra i soggetti e la loro storia relazionale una distanza che favorisce l'ascolto reciproco, la pensabilità ed il dialogo. Attraverso l’immagine si può avere e dare accesso a mondi interni non facilmente accessibili e spesso difesi dall’uso del canale verbale. L'idea di fare un seminario sull'immagine della famiglia è legata pertanto a questa operatività non verbale e all'importanza delle tecniche audiovisive - sia nel lavoro con il cliente sia nel lavoro formativo - all’interno dell’approccio sistemico relazionale
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